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Il talismano egizio (1)


di Luke43
22.03.2022    |    23.340    |    6 9.8
"Mentre guidava, si masturbava usando le mie dita, poi tirò fuori la sua mano e lasciò che io continuassi da solo..."
Era da tanto tempo che volevo andare in vacanza in Egitto e lo scorso maggio ci sono riuscito.
Ho visitato le attrazioni turistiche più famose, partendo dalle piramidi di Giza, passando per la Valle dei Re a Luxor e infine arrivando ad Abu Simbel. Lì, il giorno dell’escursione al tempio, apprezzai il fresco negli ambienti scavati nella roccia della montagna e quando uscii di nuovo all’aperto ci misi un po’ a riabituarmi alla luce e al caldo che già si faceva sentire anche se si era ancora in primavera.
La guida ci disse che avevamo un’oretta di libertà prima di ripartire e quindi ne approfittai per fare due passi nei dintorni e scattare qualche foto.
Mentre bevevo un goccio d’acqua seduto su una panchina, vidi su una duna in lontananza uno strano luccichio. Mi diressi da quella parte e quando arrivai là notai che c’era un oggetto che il vento aveva fatto sporgere dalla sabbia: era un medaglione metallico completo di catenina, non sembrava il classico gadget moderno da turisti, o almeno era da un bel po’ che era stato perso perché era ossidato, comunque in buone condizioni probabilmente grazie alla sabbia che l’aveva protetto fino a quel momento.
Quando lo presi in mano, mi scottai e istintivamente lo lasciai cadere, sull’indice mi aveva già lasciato un segno, strano che fosse così caldo… decisi comunque di raccoglierlo con un fazzoletto perché era molto bello e lo volevo tenere come ricordo della vacanza.
Durante il ritorno in battello lungo il Nilo, ero sul ponte che mi godevo il paesaggio circostante quando mi arrivò addosso il cappello di paglia di un’altra turista italiana, sfilatole dalla testa da un colpo di vento. Era una ragazza bionda molto carina, l’avevo già adocchiata al tempio ma non ci avevo provato perché stava con un uomo, forse erano in viaggio di nozze. Riuscii ad afferrare al volo il copricapo prima che cadesse in acqua e nel momento in cui glielo restituii inavvertitamente le sfiorai il braccio e sentii una scossa. Anche lei fece uno scattino indietro, probabilmente aveva avvertito la stessa cosa, i nostri sguardi si incrociarono e ci fissammo per un secondo, sufficiente a farmi imbarzottire il pisello.
Avvisò il compagno che doveva andare in bagno e mentre si avviava all’interno mi fece segno con gli occhi di seguirla. Io non ero sicuro di aver capito le sue reali intenzioni però non avevo nulla da perdere e nel dubbio mi diressi anch’io verso i servizi. Non riuscii ad arrivarci perché lei mi tirò dentro una stanzetta lí affianco e dopo esserci chiusi a chiave si inginocchiò davanti a me e mi tirò fuori dai pantaloni l’uccello. Iniziò subito a succhiarmelo golosamente, il mio cazzo completò di inturgidirsi tra le sue labbra fameliche e poi il pompino proseguì delizioso fino a quando lei si alzò, si girò e senza darmi il tempo di fare niente se lo infilò nella fica già bagnatissima.
- Dai scopami… non so cosa mi è preso, ho una tremenda voglia del tuo cazzo… voglio che dopo mi sborri dentro così magari mi ingravidi… -
Io non mi tirai indietro e cominciai a fotterla in modo animalesco, lei sembrava gradire sempre di più, quando mi diede gli ultimi colpi spingendo forte il suo culo verso il mio inguine si prese dentro la mia sborrata mentre entrambi godevamo cercando di non fare troppo rumore. Ci rivestimmo velocemente e tornammo al ponte uno alla volta come se niente fosse.
Ogni tanto ci guardavamo e ci scambiavamo un sorriso senza farci beccare dal marito, lei non aveva più l’aria della sposina innocente, sprizzava malizia da tutti i pori. Andai al bar per riprendermi dall’orgasmo, mi feci servire una birra dalla barista egiziana, aveva gli occhi scuri come la pece evidenziati da un trucco alla Cleopatra, quando le diedi i soldi per la bibita le toccai per un istante la mano. Un’altra scossa. Anche lei la sentì. Chiese alla collega di sostituirla e mi fece cenno di seguirla dietro il bar. Appena fummo nascosti, mi infilò la lingua in bocca e iniziò ad accarezzarmi il pacco da sopra i pantaloni, poi mi tirò fuori il cazzo cominciando a segarmelo piano, quindi si inginocchiò e me lo prese tra le labbra. Ci impiegò di più a farmelo tirare visto che ero venuto da poco, ma sembrava che non le importasse, non aveva fretta. Una volta bello duro, continuò a spompinarmi divinamente aiutandosi con le mani fino a portarmi all’orgasmo, inghiottì ogni schizzo di sperma senza problemi e poi tornò al bar facendo finta di niente.
Minchia… due sborrate con due donne diverse nel giro di pochissimo tempo era da tanto che non mi capitava!
E in entrambe le occasioni sembravano ipnotizzate… boh... misteri del sesso...
Quando tornai in Italia, venne mia sorella Giorgia a prendermi all’aeroporto. Mi aspettava nella zona “arrivi” e stentò a riconoscermi da quanto ero abbronzato.
- La prossima volta che andrai in giro per il mondo dovrai portare anche me! -
- Te l’avevo proposto ma hai detto di no! -
- Grazie al bip, me l’hai chiesto quando non potevo assentarmi dal lavoro -
Non ho mai sentito mia sorella dire una parolaccia neanche da arrabbiata, è sempre stata una ragazza seria e tranquilla anche se il suo fisico potrebbe farle fare la pornostar se lo volesse: non è molto alta ma ha tutte le curve al punto giusto, le sue labbra sono carnose e invitanti e le guance hanno un incavo che sembra stia sempre facendo un pompino, mi ricordo di averla spiata spesso da giovani e non nascondo che mi ha provocato più di qualche erezione in passato, e non solo.
Arrivati alla macchina, stavamo per partire quando mettendoci entrambi la cintura di sicurezza ci siamo sfiorati la mano vicino ai due ganci in mezzo e ho sentito di nuovo quella strana sensazione che avevo provato due volte sul battello in Egitto.
- Cazzo… mi hai dato la scossa - esclamò lei sorridendomi.
Uscendo dal parcheggio, una macchina non ci diede la precedenza.
- Stronzo! Ma chi ti ha dato la patente? - imprecò Giorgia.
Il tipo la mandò a quel paese.
- Che figlio di puttana! - continuò lei.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie, non l’avevo mai sentita esprimersi in quel modo.
- Da quando dici le parolacce? -
- Non lo so, mi sono venute fuori così - mi disse appoggiando la sua mano destra sulla mia coscia sinistra.
- A proposito di parolacce… vedo che hai il cazzo ancora in tiro da prima quando mi hai abbracciata… - mi lasciò senza parole.
- L’ho sentito sai prima… spingere sulla mia pancia… ma non ho detto niente… anche perché mi ha fatto piacere… - continuò cominciando ad accarezzarmi il pisello da sopra i pantaloni.
Io non riuscivo a fare e dire niente, ero imbarazzato ma sempre più eccitato.
- Anch’io ho voglia, ho la fica completamente bagnata… senti quanto sono fradicia… - mi svelò prendendo la mia mano sinistra e infilandosela davanti dentro le mutande.
Mentre guidava, si masturbava usando le mie dita, poi tirò fuori la sua mano e lasciò che io continuassi da solo.
- Dai fammi godere fratellone… ci sono quasi… sììììì… adesso sbrodolooo… - urlò prima di girare in una stradina sterrata sulla destra.
Fermò la macchina all’ombra sotto un albero e si avventò sul mio inguine tirandomi fuori l’uccello.
- Che ti prende Giorgia? -
- Non so spiegarmelo… ma mi è venuta un’improvvisa ed enorme voglia di cazzo… del tuo cazzo… fammelo succhiare… ti prego… - mi supplicò.
- O… K… - balbettai ormai privato di ogni senso inibitorio.
Me lo spompinava come non avrei mai potuto immaginare potesse farlo lei, con una porcaggine in contrasto con l’idea che avevo del suo modo di fare sesso. Fu una bellissima sorpresa.
- Che brava che sei Giorgia… non ti facevo così troia… -
- Mmm… - mi rispose allargando le braccia per un momento.
- Non mi riconosco neanch’io! - rivelò poi dopo essersi sfilata il mio cazzo dalla bocca ed aver iniziato a smanacciarmelo freneticamente per portarmi alla sborrata.
- Non fermarti sorellina che sto per venire… continua cosììì… daiiiii… godooo!!! - gridai alla fine mentre le sparavo sul viso i primi schizzi di sperma.
Fu una sborrata colossale, dopo il mio orgasmo ero io a non riconoscere lei, aveva la faccia completamente imbrattata dal mio seme, ne assaggiò un po’ e l’aiutati a togliersi il resto con dei fazzoletti.
- Scusami Luca… non so che cosa mi sia preso… non sono riuscita a controllarmi… mi sento così zoccola… -
- Non preoccuparti, è stato bellissimo… e penso di aver capito cosa è successo - le svelai guardandomi la cicatrice lasciata dal medaglione sul mio dito indice.



continua…



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